IL SALUTO DELLA DIRIGENTE ALL’ AVVIO DEL NUOVO ANNO SCOLASTICO

IL SALUTO DELLA DIRIGENTE ALL’ AVVIO DEL NUOVO ANNO SCOLASTICO

Sta iniziando questo nuovo anno scolastico ed io non posso che rivolgere un saluto ed un augurio ai ragazzi che si apprestano a gremire le nostre aule.

Immagino già di sentire le vostre voci, vedere gli zainetti, sentire nell’aria il profumo dei libri nuovi, e già per queste immagini mi si riempie il cuore di commozione; è il paese pulsante e vivo che riparte, perché la scuola è libertà, e qui si formano non solo tecnici, ingegneri, medici, imprenditori, ma anche i cittadini del domani. Come per voi sarà il primo giorno di scuola anche per me, stavolta fuori dall’aula, credetemi, a malincuore. Ho insegnato inglese fino a pochi mesi fa ma adesso mi devo misurare con una nuova sfida, esattamente come dovrete fare voi nella vita. Se abbiamo fatto una buona scuola potremo vincere le nostre sfide, dalle più piccole a quelle più complesse, e contribuire a mandare avanti questo nostro grande paese, che ha bisogno di persone formate alle sfide del futuro, dai nuovi mestieri all’intelligenza artificiale. Voi siete i nativi digitali ma il mondo del lavoro con cui dovrete misurarvi corre a velocità ipersonica. Qualunque strada vogliate scegliere di intraprendere la tecnologia sarà la vostra compagna di vita. L’istruzione e la conoscenza che vi porterete dietro è la chiave di accesso alle porte della società: più la chiave sarà sofisticata, più porte potrete aprire. Non crediate che la scuola vi proponga materie più o meno importanti, tutte sono importanti e di pari grado per il vostro percorso, completandosi l’una con l’altra. A scuola capirete che le cose non sono dovute ma bisogna guadagnarsele e che per avere il diritto allo studio da parte di tutti, abbiamo dovuto aspettare la fine di due grandi guerre e la stesura della Costituzione. Vorrei che leggeste un antico testo, il libro CUORE, scritto sotto forma di diario da un alunno, di nome Enrico, nell’anno 1881. Enrico racconta la vita dei suoi compagni e fa capire che lui avrebbe continuato gli studi, anche se non era portato, perché era figlio di benestanti; mentre i ragazzi più promettenti non potevano permetterselo e sarebbero stati avviati ad un duro lavoro di sfruttamento. C’era perfino il “bullo” di nome Franti, che ne combinava di tutte a scuola, il quale fece poi una brutta fine. Già a quei tempi la figura fondamentale era l’insegnante, la “maestrina dalla penna rossa” che doveva alternarsi tra ragazzi, famiglie bisognose e funzionari del Re. Pensate che fino ai primi anni ’60 molte delle famiglie dei vostri bisnonni non potevano permettersi di far studiare i figli, che frequentavano le prime 2-3 classi delle elementari e poi andavano a lavorare. Talvolta si sceglieva il maschio per proseguire gli studi, mentre le ragazze erano spesso destinate ad imparare i lavori di casa, qualche mestiere artigianale ed a sposarsi presto. Oggi invece avete scuole attrezzate, con personale educativo qualificato e ambienti puliti, che vi mette a disposizione lo Stato e che vanno rispettati. La scuola è LIBERTA’  e la vostra occasione di opportunità per il successo, non sprecatela.

Un pensiero voglio rivolgere anche a quelli che sono la chiave di volta del sistema scuola: i Docenti.

Oggi come ieri, fare questa professione è difficile, in continua evoluzione legislativa e didattica, tecnica e scientifica. Non tralascio l’importante ruolo che svolgete nell’azione verso le famiglie e verso l’alfabetizzazione e inclusione degli stranieri immigrati. Questo prelude al fatto che voi docenti siete chiamati ad uno sforzo notevole, che va ad aggiungersi ai vostri bisogni personali e familiari, perché anche voi siete persone e non automi. La “professione” prevede il possesso di abilità sconosciute ad altri settori, abilità relazionali ed emotive, come l’accettazione e l’ascolto, migliorare il benessere psico – fisico dei ragazzi, elaborare, pianificare e scegliere le migliori strategie educative che devono essere adattate alla classe. Voi possedete già le potenzialità per attuare la scuola che piace a me, The butterfly house.

Voi prendete questi bambini che potremmo paragonare a dei piccoli bruchi, li accompagnate ed educate nella loro crescita, li difendete dai pericoli, li consolate quando sono tristi, e talvolta li sgridate giustamente quando sono troppo agitati. Siete solo voi gli scopritori di talenti, che vedete nei loro occhi la loro vita di domani; e così mentre nessuno se ne accorge il bruco diventa una farfalla, una bellissima farfalla, perché sono bellissime le farfalle di montagna, dei campi di pianura e anche del deserto, e perfino le falene, anche se si fanno vedere di notte e volano con più difficoltà, ma sono attirate dalla luce; noi tutti insieme bisogna dargli questa luce.

L’alleanza educativa non può fare a meno delle famiglie. La scuola senza la collaborazione delle famiglie è fine a sé stessa, diventa una esercitazione di stile, una pellicola cinematografica che nessuno riuscirebbe a guardare fino alla fine. Occorre fiducia verso le istituzioni scolastiche, che si prendono cura dei vostri figli. Nello stesso tempo la scuola come istituzione pubblica deve rispettare leggi e regolamenti statali e regionali, e nello stesso tempo adattare alla realtà locale tutta una serie di regole che non sono “burocrazia” come qualcuno chiama senza sapere di cosa parla, ma semplicemente sono le regole della democrazia e dell’amministrazione della cosa pubblica, ma soprattutto di tutela dei vostri ragazzi all’interno di questa entità.

Io che rappresento questa scuola farò quanto possibile, mi impegnerò al massimo, ma voi tutti chiedo di darmi la vostra collaborazione; facciamo insieme la CASA DELLE FARFALLE.

                                                                                                                                       

La Dirigente Scolastica

Prof.ssa Maria Blandino

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